Il miliardario e l’operaio

notizia del momento che come sempre in questi casi verrà trascinata per settimane: è morto il padrone di luxottica, celebre fabbrica di occhiali (o roba del genere) famosa in tutto il mondo o col defunto che lascia a chi resta una bel pacco di miliardi.

si sprecano le interviste ai dipendenti, una su tutte quella “dell’operaio nr 1” che racconta di una vita fatta solo di lavoro, 150 ore di straordinari al mese, pochi soldi e un viaggio di nozze dietro casa durato quanto l’odore di una scoreggia. poi di nuovo in fabbrica, col vanto di essere l’unico a poter dare del “tu” all’auto eletto imperatore dell’universo.

muore e di lui restano le massime, i detti, le frasi celebri dove, da buon miliardario lontano anni luce dai problemi e dalla quotidianità del mondo operaio, sparge massime come le seguenti:

Bisogna essere concentrati sul business, non farsi distrarre. In Italia siamo abilissimi a parlare d’altro.

Giorno per giorno, mese per mese, anno per anno l’azienda si trova dove è adesso. Non che io abbia mai sognato e sperato di arrivare fino a qui. Ci sono arrivato portato da un abbrivio, da un’idea iniziale, che mi spingeva ad essere il meglio possibile… e tutti i giorni ho calcato questo percorso.

La mia regola? Una: essere il migliore.

del vecchio come ZEUS, vecchi arricchiti col lavoro di altri (o principalmente di altri) in tempi dove la vita era diversa ma di certo fare business non presenta le difficoltà (e le tasse e le regole) del giorno d’oggi. vecchi che vendevano aria in bottiglia a prezzi folli e che comunque riuscivano a trovare un mercato. gente che è salita sulle spalle di altri per aumentare i propri capitali senza mai ricordarsi però delle spalle che hanno sorretto il loro stesso peso dietro compensi spesso da fame, che sono rimasti poi da fame, certamente mai commisurati o in seguito adeguati al contributo offerto.

scendono da auto da 200.000 euro e salgono sui palchi (allestiti da altri) per salutare il pubblico dei loro dipendenti (gente pagata per sorridere applaudire) e raccontare dei loro sacrifici, della fatica, dei momenti bui che però alla fine, guarda caso, li hanno portati su quel palco, in quella grande sala che poi loro lasceranno su auto da 200.000 euro per tornare nelle loro ville, tutti gli altri con ben altri mezzi per andare in altrettante abitazioni altrettanto diverse, spesso neanche poi di loro stessa proprietà.

ogni tanto poi si getta un tozzo di pane al popolo, 1.000 euro in più in busta giusto l’anno che hanno fatturato 20.000.000 di euro in più, pane tassato al 30% che lascia 700 euro in tasca a gente che per andare a far ricchi loro ancora oltre la soglia dell’umana decenza, si pagano 40 km al giorno di tasca proprio con la benzina sopra i 2 euro al litro.

crepa l’operaio e pazienza. crepano loro e si finisce per sentirne parlare per settimane in tv, lagnanze, interviste, gesti eroici, frasi fatte, insegnamenti di vita che poi a volerli mettere in pratica, guarda un po’, morto di fame sei e tale resti comunque. quindi a che pro lasciare perle di saggezza inutili?

uno degli uomini più ricchi d’italia che non ha messo nel testamento di lasciare un miliardo di euro da dividere tra tutti i suoi operai e collaboratori in parti uguali, senza distinzione di mansione o capacità. il manager avrebbe avuto in premio di migliaia di euro tanto quanto la donnina che umilmente pulisce i gabinetti a fine turno. uniti nel premio, per una sola volta nella vita.

l’ultima frase pare sia stata per celebrare una sua fabbrica: “che bella la fabbrica di agordo”. sia come sia, con tuo figlio lì al capezzale e l’ultimo restiro che dio ti ha donato vai ancora a parlare di lavoro? ridicolo.

se ne va un ricco, uno che “ha fatto tanto per la sua terra” ma che avrebbe potuto fare molto ma molto di più, rinunciando a qualche miliardo e lasciando agli eredi poi il compito di dimostrare che la sua celebre frase “la mia regola? una: essere il migliore” fosse verificata e messa in pratica con successo da chi, alla fine, grazie a lui che ha saputo sfruttare altri così bene, oggi potrà vivere una vita che di certo non è e non sarà mai quella del “l’operaio nr 1”.

vai del vecchio, costruisci un paio di occhiali per dio che è evidente sia parecchio miope davanti alla miseria umana che opprime questo pianeta.

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