Una pallina dentro una ciotola

una pallina, dentro una ciotola, ferma al centro.la si spinge e inizia a dondolare, salire, scendere, passando sempre per lo stesso punto, a destra, sinistra, avanti e indietro, poi sempre meno, rallenta e torna al punto centrale di partenza. altra spinta, altro dondolio, altra fermata alla fine, sempre al centro.

e così via.

io sono la pallina, la ciotola è qualunque situazione io voglia cambiare, chiudere, uscirne, il movimento è il tentativo e la spinta è la mancata giusta occasione, sempre assente o troppo debole per fare il salto oltre il bordo.
pausa caffè, ore 10.30 in modo da non finire a parlare di avvocati o omicidio.prendo il telefono, scorro foto, cancello rob inutile.

e poi mi capitano due foto. lei, lui. lei sorridente, bella, con la camicetta di raso viola. lui col solito maglione di lana e la coroncina di cartoncino davanti alla torta di compleanno.
e gli occhi si riempiono e la vista di offusca.

due anni lei, quasi 5 mesi lui, morti, così, senza preavviso, quasi, o comunque quando non sarei mai stato pronto a lasciarli.
vorrei fossero qui, vorrei poterli trovare questa sera, davanti a un cioccolatino e una coca cola, a parlare nella penombra della stanza illuminata dalla luce della tv e della stufa, parlando di tutto, parlando di niente, nei luoghi della mia infanzia, la cucina, il cortile, tra legna da ardere, orto e galline.
è tutto finito. per sempre. e io sono qua, una pallina dentro una ciotola, che vorrebbe solo trovare il coraggio di farla finita una volta per tutte, magari con una corda intorno al collo.

un istante. e poi magari sarebbe davvero la pace eterna.

perchè no?

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