Ieri, oggi, porco

IL PORCO si è allargato e il nuovo pezzo di capannone sarà operativo a breve. davanti stanno tirando su quello che sembra essere un parco di circa 6000 mq, parco che resterà abbandonato all’incuria nel giro di poche settimane e che diventerà covo di topi e serpenti.

passo oltre con l’auto e vado al mio lavoro, nel mio ufficio, quello dove di suo non c’è nulla, quello dove il suo mobbing e le sue cattiverie non possono raggiungermi. e passo la giornata a farmi gli affari miei, tra locandine per l’associazione, le liste di cose da comprare, post da scrivere e tanto altro.

e mi torna alla mente uno dei tanti episodi dove i teatrini imbarazzanti non mancavano mai.

entra di colpo alle mie spalle, vede sul monitor il sito di vodafone e parte in quarta con pugni contro lo stipite e bestemmie assortite tornando in produzione. poco dopo rientra, sale velocemente le scale e nonostante non si fosse mai preoccupato dei modi e toni di voce, chiede al suo contabile-schiavo se fosse possibile “mettere una password a internet”, sia mai che tra un mobbing e l’altro in sua assenza, senza nulla da fare, non abbia da distrarmi neanche un minuto.

ecco, ora mi chiedo, tutti quei pugni contro il muro, le bestemmie, le password e i dispetti, a cosa siano serviti, alla fine. io sono andato via, il socio è andato via, millemila dipendenti sono fuggiti, tecnici, manutentori, idraulici, tutti fuggiti. è fuggito pure il commercialista, quello storico, così come è fuggito il geometra e, negli anni della mia assenza, chissà quante altre decine di persone (che a suo dire saranno certamente stati tutti froci o puttane).

ecco, lui ha tirato pugni al muro per due minuti di internet per i cazzi miei. adesso che mi faccio i cazzi miei da circa 10 anni, nessuno ha mai battuto pugni da nessuna parte.

e vorrei, utopicamente, portare da lui la mia scrivania e fargli vedere spudoratamente che mentre lui s’incazza e impreca contro tutto e tutti, c’è chi (io in questo caso) si gode la vita con leggerezza passando la giornata a pigiare tasti al calduccio o con l’aria condizionata, al pulito, all’asciutto, lontano da vecchi rincoglioniti, puzze di ogni tipo, unto, macchine e gente che ti perquisisce la scrivania sei volte al giorno (in cerca di non ho mai capito esattamente cosa).

piccole soddisfazioni immaginarie.

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