Dei piccolo momenti di rabbia

20 minuti per farne 10 di strada. a metà strada sale un colpo di rabbia, parlando coi morti, discuto con loro.

accendo candele, prego, chiedo miracoli, parlo davanti alle bare aperte, faccia a faccia col cadavere per chiedere aiuto, miracoli, live, dal vivo, baciando quella fronte fredda che un istante dopo sarebbe sparita prima sotto un coperchio di legno, poi chiusa dietro una lastra di cemento.

chiedo di vincere, chiedo soldi, chiedo libertà.

porto il tagliando al cimitero, leggo i numeri, più volte, nel caso i morti ci sentissero poco, li ripeto, mille volte, tra l’eterno riposo e l’ave maria.

mille raccomandazioni, spiego bene, ripeto, dico e torno a dire, chiedo e torno a chiedere.

cosa costa a loro fare uscire sei numeri del cazzo? cosa cambia a loro, nell’aldilà, a migliorare per sempre la vita di chi, ancora qui, qui deve restare?

assurdo.

assurdo poi, si penserebbe, di tutta questa pantomima di miracoli, morti e candele. magia nera, quasi. poi però spiego, parlo di cose serie. parlo di 2 annunci al mese sui giornalini, 2 annunci al mese online, 2 nei quindicinali. parlo di 164 annunci all’anno, per oltre otto anni. quanto fa 164 per 8? ve lo dico io: 1.312.

1312 annunci, ovunque, anche di più se conto che all’inizio per buona parte erano anche 3 o 4, diversi, poi ridotti a due quando è stato palese che nessuno chiamava.

oltre 1300 annunci e si e no 4 colloqui in 8 anni, gli ultimi due anni fa, prima ancora sono passati secoli. offerte di merda, proposte ridicole, aziende in culo al mondo, roba da finire lo stipendio tra meccanico e benzinaio, per non parlare delle ore di vita perse nel traffico.

agenzie mute, CV buttati nel cesso senza risposta da parte di nessuno. faccio web nel 2021 e invece di vedere le ditte fare a botte per avermi non trovo nulla.

quindi si, meglio pregare i morti e accendere candele sperando mettere le mani su 80 milioni di euro e farla finita.

assurdo? no, una realtà vuota come un’altra.

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