Dei pensieri

passeggio per viali e piazzole, guardo la luce che illumina gli alberi quando il sole inizia a scendere, le foglie verdi che stanno per ingiallire, qualcuna già secca, a terra.

ogni passo un sospiro, veloce e secco, tra il recente passato e quello più lontano, fatto di gioventù e gente che oggi non c’è più, chi scomparsa due settimane fa, chi 20 mesi prima.

il gelato della sera, la passeggiata dopo cena, la cabina telefonica, col gettone prima e la tessera poi, col cellulare dopo ancora, più comodo e pratico ma che ha fatto finire l’epoca delle code in “ufficio telefono”, pure questo smantellato perchè ormai obsoleto. il pesante ombrellone verde, la stuoia rovinata, il calore rovente della spiaggia senza passerella tra rovi e recinzioni decadenti.

il giornalino letto mangiando pane sulla sedia a sdraio furbamente rinforzata, all’ombra di qualche albero, in attesa che il calore passi e si potesse tornare a girare in bicicletta, quella giallo con il sellino blu, finita in soffitta e poi presumo buttata perchè arrugginita o qualcosa del genere.

la roulotte, l’odore di plastica e legno, la pioggia che sbatteva tutto, il vento che gonfiava la veranda, il materassino verde, il salvagente grigio, il sapore del sale, le notti col sudore che incollava le lenzuola.

le porte gialle dei bagni, i mattoni rossi con l’omino pitturato sopra, le stradine di terra battuta, la pineta buia e umida.

un mondo di luoghi, cose e persone che non esistono più ma che io continuo a vedere e percepire, perchè sono tutte ancora lì, tra ricordi a brandelli ma ancora buoni e vividi.

un passo alla volta pensando, piangendo sotto gli occhiali da sole, che lì, in mezzo al nulla, io ho tutto e che fuori, in mezzo a tutto, io non ho nulla.

assurdo?

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