Fortunato

entrando in città questa sera, guardando il porto circondato da alberghi e condomini ho capito di essere fortunato. fortunato di possedere un posto mio in questo paradiso, fortunato ad evere tempo e mezzi per potermi godere tutto questo.

a volte basta poco per sentirsi ricchi.

Dei sogni che rimarranno tali

l’attico da un milione di dollari è ancora in vendita.
ultimamente l’ho pensato spesso e ho sognato ad occhi aperti di passeggiare tra quelle mura, ben vestito, accarezzando le superfici dei mobili nuovi di zecca comprati per arredare con gusto ogni ambiente, mentre salgo la luminosa scalinata che porta al magnifico terrazzo, enorme come il ponte di una nave, affacciandomi, sospirando un sorriso rilassato, ad ammirare l’infinito spazio che domina l’ingresso della città, il porto e oltre.

sarebbe meraviglioso possederlo, viverci, goderlo.

meraviglioso.

Dei piani che saltano

SPALLE non è più un bagnino. ha trovato lavoro in fabbrica e l’ho scoperto per caso stasera solo perchè gli ho chiesto che tempo fosse previsto per il fine settimana in spiaggia. ho provato a chiamarlo alle sette, poi alle otto passate, ma niente, non risponde.

con i bagnini è sempre così: passi estati intere a ridere di ogni cazzata ma appena la sabbia sparisce da csotto i piedi spariscono anche loro. steffa storia di PANETTONCINO, LUCA, KARATE, LUCCIO e BAGNINA MORA.

un classico.

LUCAS la settimana scorsa aveva proposto di tovarci questa sera (venerdì) per mangiare qualcosa insieme “così non devo cucinare”. sottolineo che invito e programma è partito tutto da lui.
ieri (giovedì) mi faccio vivo per programmare la cosa, dato che io ho le ore di viaggio e un lavoro che purtroppo rovina ogni mio programma di tranquilla organizzazione del mio divertimento.

per farla breve finisce con il rispondermi che “questa sera si deve allenare e vede poi come sta per capire se ha voglia o meno di uscire” e quindi al sottoscritto la voglia di uscire passa del tutto perchè l’allenamento era una cosa programmabile anche con mesi di anticipo e quindi già sapeva, liberamente, se e quando lo avrebbe svolto e se e quando sarebbe stato comodo (in tutti i sensi) a uscire,

e niente, sono le 23 ed è chiaro che nessuno vedrà nessuno.

il tipo del carretto ha rifiutato l’invito perchè domani è sabato e deve essere fresco al lavoro, cosa che presumo sia stata passata come l’aver proposto una serata a sfondasi di alcolici, cosa che, bene inteso, io non ho mai proposto e/o avuo intenzione di mettere in atto. a me bastava una passeggiata in centro e una bibita al bar, punto.

altro programma saltato.

anche IL PELOSO non è raggiungibile stasera e poco importa se sul suo cellulare ci sono due mie chiamate senza risposta. rispondere eidentemente non è cortesia.
immagino sarà in campeggio o da qualche parte con FRANESCA RUBACUORI, il cesso a pedali con cui scopa da anni e che nonstante l’età sia ben oltre la perfezione per figli e matrimonio, racconta in giro (lei) che lui non è il suo ragazzo.
cesso lui, cessa lei, la coppia è comunque perfetta.

L’AMICO DEL CAMPEGGIO, FRECCIA ed ELISA lo scorso fine settimana avevano entusiasticamente proposto con sorrisi a 44 denti di replicare il successo anche questo fine settimana.
oggi nel tardo pomeriggio chiedendo conferma della questione a ADC scopro che ELISA è dispersa, FRECCIA non viene e quindi lui sarà in campeggio solo domani, in giornata “perchè domenica hanno messo pioggia e non vuole sporcare tutto di fango”. poi lui è quello delle “occasioni da non perdere” e dell’estate “da sfruttare al 110%”. bastano 20 minuti di pioggia su 24 ore e lui già torna o resta a casa.

oook.

in compenso domani in campeggio ci sarà NIKO col suo amico e altre due persone. in più domenica dovrebbe arrivare la sua ex fidanzata nonchè ex animatrice accompagnata da non ho capito bene chi. ovviamente tutto scoperto per caso giusto oggi, perchè come al solito, comunicarmi certe cose per tempo e spontaneamente non è cosa normare da farsi, a quanto pare.

io sempre più basito.

Karma

una volta mi disse che “avrebbe fatto in modo che io avessi quanto meritavo”.

ovviamente era una frase in senso negativo, una delle tante frasone piene di iperboli e doppi sensi -spesso volgari e blasfemi- che puntavano a minacciare, offendere e spaventare.

anni dopo alla fine non è successo nulla. la sua promessa è stata disattesa, un po’ come praticamente qualunque minaccia sia mai uscita dalla sua boccaccia.

“ci pensa la natura”, disse anche una volta, in risposta alla domanda fatta da una consulente in una delle tante riunioni.

l’unica cosa a cui la natura ha pensato è in effetti fargli ingoiare un boccone alla volta tutto il male che ha sparso per il mondo. e il banchetto sta andando avanti ancora oggi, da anni, per quello che mi è dato sapere.

karma.

Tu quoque, Brute, fili mi!

1 luglio 2015.

sei anni fa, oggi, iniziava la guerra finale che avrebbe poi postato i due storici regnanti a prendere ognuno la propria strada. il debole ha posto fine al sodalizio e il forte, come previsto, ha accelerato il più possibile le cose affinchè il divorzio fosse in più rapido possibile, eccitato dal ghiottissimo pensiero che tutto poi sarebbe stato in suo potere.

la “guerra” si concluse in maniera inaspettatamente pacifica quattro mesi più tardi, con firme e saluti di rito. e ognuno per se.

da allora è cambiato tutto per fare in modo che non cambi nulla: chi ha chiesto il divorzio ha scoperto una nuova dimensione di vita che credo lo stia portando a vivere una realtà che tale non è. chi invece è rimasto sul trono del potere, si è reso conto ben presto che non solo aveva pagato tutto troppo e troppo presto, ma che d’ora in avanti si sarebbe ritrovato solo, sempre più vecchio e con le nuove generazioni -sangue del suo sangue per altro- pronte a farlo fuori.
il resto è storia.

raramente, di quando in quando, mi ritrovo qualcosa o qualcuno che mi ricorda del regno, dei “bei” tempi, di come era una volta e di come avrebbero potuto essere, in generale, le cose e la vita, se certi stronzi fossero stati meno stronzi e certi castrati avessero avuto un po’ più di palle.

è andata così, dopotutto indietro non si torna.

che poi, ricordiamocelo, la vita è sempre puramente semplicemente contorta, al punto tale che, nel caso specifico, se anche le cose fossero andate dritte per la loro strada chi sarebbe venuto dopo non avrebbe avuto fisicamente la possibilità di presentarsi al popolo in maniera credibile. e che re può essere colui che muove i fili di tutto senza mai farsi vedere?
capi si nasce quando è un capo a metterti al mondo, al contrario sei solo un servo che, gradino più o meno, è comunque sempre sotto a qualche sprovveduto fortunato messo sul trono per linea di sangue più che per diritto conquistato sul campo.

all’italiana, insomma.

mi fermo a pensare se tutti i protagonisti di questa favola hanno mai avuto dei rimpianti, dei rimorsi, dei ripensamenti.

certo chi è fuggito è oggi il più beato: zero pensieri e vita da vivere. al pari di chi è rimasto e si è ritrovato con un regno oramai sommerso dalla melma nera che lui stesso ha spurgato da ogni buco del suo corpo, circondato oggi da leoni pronti a farsi a pezzi l’un l’altro mancando lo sfogo fisico dei due scemotti che un tempo prendevano sberle e offese senza quasi mai fiatare.

vittoria di pirro da entrambe le parti alla fine.

ad ogni modo è finita. e nel migliore dei modi, per altro.