Dei pensieri lungo la via

dopo il lavoro sono stato a passeggio davanti a casa. LA FATTRICE ha riagganciato senza rispondere (occupata a fare altro), L’AMICO DEL CAMPEGGIO non risponde (e non richiama, meno male che è praticamente disoccupato), MICH riaggancia e mi informa che “sono a lezione e poi sono impegnato” (peccato che sono 6 mesi che non ci sentiamo, non mi hai mai chiamato o richiamato e che mi pare tutto un po’ una presa per il culo, insomma).

EX COLLEGA ha fatto due parole in croce, poi come promesso (!!!) mi ha richiamato (!!!) dopo cena per altre due parole in croce.

passeggio su e giù per la via parlando da solo per lungo tempo, della vita, del lavoro, di come mi sento vecchio ogni minuto di più e di come qualunque cosa faccia alla fine finisca sempre tutto in una bolla di sapone, non ottengo nulla, nulla cambia se non sempre in peggio e nel mezzo sempre e solo (e da solo) io che mi adatto o fingo di adattarmi, rassegnato a una vita (sociale, professionale) ormai chiaramente irrimediabilmente persa.

e ripenso al mare, agli 11 mesi di attesa per avere 2 settimane di vita vera, come nei racconti mitologici di chi sta per mare per decenni e torna mezza giornata per dare il bacio alla sua amata prima di ripartire nuovamente. che vita è?
ripenso al campeggio, di come ogni anno quel luogo sia sempre più necessario a me stesso, per tutto, a 360 gradi, con aspettative sempre più alte che ora tempo neanche quel luogo riuscirà più a soddisfare.

poi mi fermo a riflettere, mi alzo in volo, guardo le cose dall’alto. è cambiato tutto, sono passati i secoli e siamo più o meno tutti ancora qua, nuovi personaggi, vecchi personaggi, personaggi andati, comparse di pochi giorni svaniti nella nebbia, tantissimi sicuramente dimenticati per sempre, persi della nebbia di una vita di altri ricordi ed esperienze.

è passato MAX, lo storico amico del campeggio di quando ero piccolo, perso chissà dove secoli or sono. sono passati MAT e ROBY, indimenticato duo che mi ha fatto divertire come noi mai in quell’unico anno passato insieme al campeggio. incontrati per caso e divertiti per settimane.
sono passate anche le amiche, lo storico gruppo della sala giochi andato avanti per diversi anni, col sottoscritto che cercava di tenere i contatti con tutti quando ancora nessuno aveva internet e il cellulare costava troppo per usarlo in chiacchiere.

telefonate, messaggi, lettere.

andate anche loro, perse nella nebbia. le sento ancora solo quando sono io a fare il primo passo e spesso neanche questo basta.
sono arrivati di amici de L’AMICO DEL CAMPEGGIO, protagonisti delle ultime estati, ogni anno sempre tutti in bilico sul “ci sono / non ci sono”, tutto last minute, tutto casuale. sono arrivati i ragazzetti, gruppo di giovanissimi che mi facevano divertire e su cui contavo parecchio, se non altro per farsi due risate e scambiarsi cazzate durante il lungo inverno.

il primo passo è sempre il mio. dall’altra parte, il nulla.

e i bagnini, poi, altro terno al lotto: giornate intere di chiacchiere e risate, finisce la stagione e io non esisto più, inghiottiti nella nebbia fitta che tutto avvolge e nulla più rende.

bho.

non sarà una bella estate quella che verrà, sarà una estate smunta, opaca, una estate banale, che arrancherà a partire e mi vedrà poi smorto e senza entusiasmo quando invece dovrei essere circondato da amici e compagnia.

e passerà. passerà anche questa e poi sarà inverno, altri 11 mesi di nulla, di vuoto, col solito lavoro, la solita quotidianità, la solita noia, nessuna soddisfazione, niente di nuovo sotto il sole.

cercherò un lavoro che non esiste, proverò a vincere soldi alla lotteria che mai saranno miei, magari proverò altre strade, pigramente, rassegnato al fatto che tanto non cambierà mai nulla se non in peggio.

ecco,l’estate 2021 sarà semplicemente egoistica.

per chiunque.

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