Di chi non muore

qualche giorno ha fa chiamato LUCAS (bagnino 2019).

l’estate scorsa è andato a lavorare in uno stabilimento a 1 km dal campeggio e qualche volta, a inizio e fine stagione, sono passato a trovarlo per fare quelle che poi sono sempre state due chiacchiere di numero.

quasi di cortesia. un personaggio un po’ svanito.

la scusa di circa 7 mesi di silenzio è stata che aveva il cellulare rotto (pur avendo due numeri di telefono, uno per i messaggi e uno per le telefonate… vabbè). riceve tutto ma non può rispondere perchè il touch non funziona. e io ci credo secondo te che nel 2020 uno resta metà anno senza cellulare? neanche per un secondo.

ad ogni modo ha chiamato lui (in risposta credo a un paio di telefonate mie alle quali non ha mai risposto e a decine di messaggi -nel corso dei vari mesi- rimasti senza segno di vita).

tutto bene, è a casa ma fa qualche lavoretto. in stagione pensa di tornare al solito stabilimento.

poi ha chiamato anche M., storica AMICA DEL CAMPEGGIO che non sentivo da un anno se non di più. commessa al supermercato, un figlio, orari di merda, “sempre di corsa”. la cugina però la sente, il sottoscritto no. quindi il tempo a disposizione c’è, è solo questione di avere la voglia di fare le cose.

vabbè.

tutto bene anche lei.

F., cugina e altra storica AMICA DEL CAMPEGGIO non la sento da una vita e l’ultimo messaggio -mio- risale a diversi mesi fa, ultimo degli ultimi dopo che la sua risposta è stata quella di “non inviarle cazzate che le riempio il cellulare e lei vuole usare lo spazio per le foto dei suoi figli”.

poi è quella che ricorda i bei tempi del campeggio con nostalgia e ti salta al collo ogni volta che vede come se fosse amore eterno.

mah.

Del far da se

gente che ciondola per casa senza concludere nulla. e dire che di roba da fare non ne manca di certo.

SETTIMANE di promemoria per le tende della soffitta, per impedire al sole di rovinare ulteriormente il pavimento già comunque stinto.

settimane di attesa, promemoria, discorsi, con LEI che alla fine ha preso i pali per appendere le tende.

poi mancavano le tende.

settimane di discorsi e promemoria, recuperando poi, dopo settimane ancora, la stoffa necessaria, recupero seguito da altre settimane di promemoria, ma lei non taglia, non cuce, non sa fare niente. l’idea era di scaricare -a pagamento- questo lavoro a LA SERVA.

il nulla.

e arriva il natale e il sottoscritto propone di metterci dei ritagli di cartone, a questo punto unica cosa rapida da fare.

altra settimana di promemoria e chiacchiere.

settimana scorsa ho recuperato il cartone, l’ho portato a casa (senza l’aiuto di nessuno sebbene nessuno avesse niente altro da fare), ho misurato e tagliato i pezzi e adesso, dopo tipo 3 mesi di chiacchiere, il lavoro che gente a casa senza far niente tutto il giorno non ha mai fatto, lo fa fatto chi è fuori casa 9 ore al giorno, durate le sue ferie.

chi fa da se, di stronzi ne supera tre.

Manca poco

ultimo giorno di vacanza, ultime ore di libertà, poi da domani si torna a scaldare la sedia in ufficio, da qui a sette mesi, lunghissimi, come sempre, in attesa dell’estate, delle vacanze che come sempre voleranno via troppo rapidamente, sempre ammesso che virus, stronzi e stronzate non ci mettano lo zampino.

milioni di ore da passare davanti a un monitor con uno pirla a spiare oltre le mie spalle, dio solo a fare che cosa dato che progetti (o altro) non se ne vedono all’orizzonte.

un anno fa, a marzo, è arrivato l’adoratissimo quanto da me follemente amato lockdown totale, 40 giorni di pace e silenzio capitati all’apice di quello che era iniziato come l’anno più brutto della mia vita, con due lutti e tutto quello che poi ne è seguito.

confido dunque in altri 30 giorni di stop a marzo, cosa meramente utopica -come qualunque mio desiderio- dato che tutto farà il governo fuochè fermare le fabbrichette.

funziona così, no?

Del primo mare

prima giornata di mare del nuovo anno, ieri, unico giorno “arancione” dove era possibile muoversi senza rotture di palle.

una beve permanenza tra spiaggia e città iniziata alle 13.00 e conclusa alle 17.30, con foto del tramonto dopo una giornata luminosa iniziata sotto una leggerissima pioggia.

bene esserci andato, pessima l’alternativa di restare a casa, nuovamente chiuso dentro senza aver quindi fatto nulla durante queste vacanze che purtroppo, come previsto, stanno volando via alla velocità della luce.

Del 3 gennaio

un anno senza la parente, morta un anno fa, esattamente oggi.

questa sera ci sarà la messa e noi, fuori comune, non ci possiamo andare.

e mi dispiace fin lì, a essere onesto, perchè a differenza di tanta altra gente, io non l’ho mai dimenticata, parlandole ogni giorno da un anno a questa parte.

un anno senza vederla, quando da una vita non sono passate mai più di due settimane senza vederla, meno ancora sentirla.

l’utomia è diventata realtà.

mi manchi tantissimo, ogni giorno di più.

un abbraccio fortissimo, nell’attesa di rivederci, chissà dove, chissà quando.

ti voglio bene.