Delle giornate storiche

fermi tutti!
giornata storica!
l’apocalisse è vicina!
pentitevi! confessatevi! convertitevi!

L’AMICA DEL CAMPEGGIO (E) mi ha telefonato!!!

dopo 100 anni dalla nostra ultima chiacchierata a voce e 100.000 tentativi (miei) di telefonare spalmati nell’arco di quest’ultimo secolo, finalmente, questa sera, grazie alla forzata chiusura domenicale del supermercato dovuta alle leggi sul coronavirus, mi ha telefonato!

o meglio, ha chiamato in risposta alla mia telefonata di questo pomeriggio (ovviamente ignorata) e forse perchè sollecitata dal mio successivo messaggio dove, velatamente, chiedevo quando cazzo è più comoda a chiamarmi per porre fine a questa farsa di squilli senza risposta.

da un paio d’anni ha cambiato supermercato, sempre nella stessa catena ma ora più in grande e sotto una provincia diversa. lavora mille ore a settimana anche se il contratto ufficiale ne prevede solo 24, con l’aggiunta del solito foglio furbo in bianco firmato sottobanco e dai rinnovi a tempo determinato ogni 6 mesi per far si che nessuno schiavo abbia il coraggio di ribellarsi.

fantastico.

il figlio (5 anni e mezzo) è malato, è in cura, mesi fa in una settimana ha perso quasi 2 kg ma adesso le cose vanno meglio. inutile cercare di capire che cosa abbia, ci gira intorno e io non insisto, anche se non capisco che differenza faccia dirmelo dato che appunto ci sentiamo meno di ogni morte di papa. talmente poco che potrebbe perfino confessarmi 100 omicidi, non ci farei neanche caso!

il marito è a casa dal lavoro, la sua azienda ha chiuso per legge (virus) e ora lavoricchia a fare manutenzione all’interno, poi, se e quando riaprirà sarà nelle mani di dio circa la ripresa del lavoro, nuovi ordini e ritorno in vita dei clienti.

lei comunque sta bene, l’ho sentita serena.

la cucina, meglio nota come L’AMICA DEL CAMPEGGIO (F) ha mollato il bar (!!!) e ora lavora in un supermercato. non la vedo da parecchio tempo e ho sempre liquidato con mille scuse i suoi inviti a raggiungerla nel cazzo di locale di merda del balordo del suo nuovo fidanzato, locale sito in culo al mondo e col cazzo che mi sparo 40+40 minuti di strada per andare a parlare con una che scompare per anni e riappare solo quando le fa comodo farlo.

e niente, tutto qua. ora immagino che sentirci prima di 10 anni sia fuori discussione.

dalle fantastiche estati di gioventù a non avere neanche 2 minuti per dire “ciao”.

come cambia (sempre in peggio) il mondo.

Di scatole e ricordi

questo pomeriggio ho fatto un salto dal parente con LEI, due auto separate, partiti e arrivati in momenti differenti onde evitare la pattuglietta di turno che ci ferma solo per rompere i coglioni quando i problemi del paese sono ben altri.

ho spazzato il portico mentre LEI sistemava la cucina e poi sono andato dietro agli animali sul retro, passeggiando in un luogo che una volta sembrava immenso e ora invece non è soltanto un po’ grande.

altre prospettive, altri anni, una vita certamente migliore di questa.

mi guardo in giro e scopro per caso che le porte dei recinti sono stati ricavati dal vecchio cancello d’ingresso, opportunamente segato a metà. lo tocco e ritrovo anche l’anello dove andava infilato il gancio che teneva chiuso il tutto.

fu smontato e sostituito secoli fa, quando al posto della vecchia casetta e della siepe fu costruito un muretto di cemento poi tinto di bianco, coi mattoni rossi a fare da decorazione alla parte superiore. il cancello nuovo è fatto in casa come il precedente, nero, in ferro, questa volta, più moderno del precedente, più semplice, ottenuto con un semplice telaio di ferro e chiuso al centro da della rete verde a rombi come quella che si usa per le recinzioni dei giardini.

in casa mi ritrovo invece a cercare una scatola di metallo con dentro biscotti allo zenzero. l’avevo portata alla parente mesi prima che morisse, sollecitandole di finirla al più presto data la scadenza ravvicinata perchè poi gliene avrei portati degli altri, nuovi.

lei è morta e i biscotti non si sono più trovati, rubati da qualche parente, fatti sparire dal marito goloso o semplicemente regalati a qualcuno da lei stesso, anche se ne dubito fortemente dato che mi aveva promesso la scatola vuota di ritorno.

non importa.

frugo nella cassapanca dove una volta l’avevo vista nasconderli dalle grinfie del marito ma trovo solo asciugamani, tovaglie e il vecchio ferro da stiro. infilo le mani sotto strati di biancheria e la faccia per forza mi finisce dentro i tessuti, respirando il profumo di pulito, quel profumo suo, solo suo, tipico, che sa di buono, di fresco. indescrivibile.

e per un istante mi sembra che sia lì con me a dirmi di guardare bene, che la scatola è lì sotto, da qualche parte.

ma non c’è.

non c’è la scatola. e non c’è più neanche lei.

La meraviglia continua

buone notizie sul fronte coronavirus.
pare che contagi e ricoveri non abbiamo ancora raggiunto il culmine e quindi chi comanda ha stabilito (a voce) altri 15 giorni di blocco che, tradotto nella mia lingua, significa altri 15 giorni di vacanza, di relax, di notti tranquille, sonno profondo, serate rilassati e risvegli naturali senza forature, bip-bip-bip molesti e via discorrendo.

le giornate proseguiranno scandite dalla lentezza della natura, con pranzi e cene quando stomaco comanda e occhietti stanchi da fare riposare quando il corpo chiama, senza orologi, calendari, scadenze e tutte le altre porcate del cazzo che qualche immondo essere umano ha inventato nel corso dei secoli.

sono felice come mai lo sono stato, sereno, tranquillo, leggero, senza pensieri, obblighi e apparenze da salvaguardare.

pace assoluta.

per altri 15 giorni.

che meraviglia!

Giorno 17

quarantena, giorno 17.

a letto alle 2 di notte, fino ad allora a giocare con un programma di arredamento 3D per riprogettare l’intero appartamento al mare, tagliando stanze inutili, creando un nuovo bagno e demolendo l’altro, allargando il principale.

è venuto tutto molto bene, benissimo, ovviamente tutto con misure fatte “a occhio” ma comunque lo spazio per realizzare tutto ci sarebbe. bastano soldi e volontà. (ho detto poco!).

poi.

MISS GIOSTRINA non risponde al telefono, “ha un periodo di merda” e mi ha informato che “non chiama neanche ***”, ovvero l’amico gay super confidente che conosce le sue tresche per filo e per segno.
spero che il coronavirus, se non colpirla direttamente per insegnarle a guardare la vita nella giusta prospettiva, le porti via almeno il lavoro così da tornare ad avere pochi solini in tasca e milioni di ore libere da passare in cameretta a giocare col vibratore e pensare che forse dovrebbe fare meno la stronza.

L’AMICA DEL MARE (E.) non risponde al telefono. neanche di domenica, col negozio chiuso, l’obbligo di restare a casa e quindi nessuna valida giustificazione per non avere 5 minuti di tempo dopo ANNI di silenzio per fare quattro chiacchiere. è solo una stronza e basta. fine.

anche BAGNINA MORA non risponde, tornata nell’oblio ormai da oltre un mese, con l’ultimo segno di vita nello status di whatsapp dove mostrava l’ennesimo viaggio fuori stagione che si era concessa, immagino con la scusa di seguire paparino (settore turistico) per aiutarlo nel lavoro (assicurandosi poi che non si riesca a capire esattamente quale sia il suo aiuto concreto se non provare il servizio in camera e prendere il sole a bordo piscina).

ora ho scritto ad entrambe chiedendo appuntamento stabilito da loro, l’orario più comodo a loro, per poterci sentire al telefono. naturalmente sono passati 10 minuti e nessuna delle due si è ancora ammazzata dalla fretta di rispondere.

vabbè.

Lavoretti update

visto che nessuno aveva voglia di fare niente ho dato il buon esempio mettendomi a lavare tavolo e sedie da giardino. così mr divano ha mosso il culo e s’è messo a lavare i pavimenti nel mentre che io lavavo le sdraio riesumate dalla cantina.

ora è tutto pulito e splendente.

le pizze sono già state ordinate e tra meno di due ore saremo a cena, a casa nostra, tranquilli e beati.

fantastica quarantena!